L’esperienza del buio assoluto

Pubblicata il 15 Gen 2016

L’esperienza del buio assoluto

Si è felicemente conclusa la nostra vacanza invernale a Schilpario in Val di Scalve (Bergamo) che ci ha riservato tante sorprese e nuove esperienze.

Prima di tutto la neve, che ci ha accolto fin dal nostro arrivo regalandoci un paesaggio da favola sulle Alpi Orobie e la possibilità di godere di camminate memorabili in mezzo al bosco di abeti, alla scoperta di antichi manufatti per la produzione del carbone di legna e alla ricerca della cascata del Vò che, con grande fatica e molti traini tutti siamo riusciti a raggiungere (compreso Ezio il nostro amante della buona tavola).

Gli audaci Michelino e Daniele sono riusciti perfino a raggiungere la diga del Gleno, in alta quota, per vedere cosa è rimasto dopo il suo crollo, che ha causato tante vittime, e il laghetto ghiacciato, residuo di un vasto bacino iniziale.

Siamo stati al cinema e, per stare in tema, abbiamo potuto goderci la visione del film “Everest “, il racconto vero delle difficoltà e dei pericoli corsi dagli scalatori per affrontare la montagna più alta del mondo e conoscere i motivi per cui comunque si rischia la vita per arrivare in vetta….. ci siamo alleggeriti poi la sera dopo con una commedia brillante in dialetto bergamasco (anche se qualcuno è riuscito ad addormentarsi…)

Ma l’esperienza più significativa è stata senza dubbio la visita alla Miniera del ferro. Un breve percorso dentro le viscere della montagna con il trenino, sfiorando le rocce a lato, e le spiegazioni da parte della nostra guida sugli strumenti utilizzati dai minatori per vedere, ci hanno permesso di sperimentare cosa significhi il BUIO assoluto, dove a guidarci non è più la vista ma l’ascolto dei rumori (nella miniera il rumore del corso d’acqua di scarico che fiancheggia le gallerie).

Siamo scesi sempre più in profondità attraverso scalinate di ferro ripide e abbiamo capito che cosa possa aver significato per quei lavoratori stare al buio e all’umido per 12 ore al giorno e per i ragazzi dagli 8 agli 11 anni la fatica di trasportare il minerale di ferro scavato verso l’esterno.

A noi, abituati a una vita comoda, questa condizione pare surreale ma deve farci riflettere su come il “progresso“ non sia arrivato magicamente ma sia il frutto della fatica e del lavoro di tanti uomini, donne e bambini.

Quindi apprezziamo quanto la vita ci offre, anche con alcune difficoltà, e siamo grati a coloro che ci hanno permesso di vivere nell’agiatezza e nella comodità.

E con questa riflessione… Arrivederci alla prossima vacanza!

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